Non solo profitti, ma azioni responsabili verso l’ambiente, le future generazioni e tutti gli stakeholder, i fornitori e i lavoratori: così il capitalismo cambia pelle lasciandoli alle spalle l’era della «dittatura» degli azionisti.
Quattro sono le tendenze globali che ci fanno sperare in un possibile cambiamento.
Gli investimenti sostenibili di alcuni grandi imprese, come il gigante BlackRock, che nel 2019 ha lanciato sei fondi di investimento eticamente orientati, fondi cioè, gestiti secondo criteri ESG (environmental, social, governance), cioè di sostenibilità ambientale, sociale e di conduzione d’impresa.
La seconda tendenza che sta emergendo in modo prepotente è, in qualche modo, legata alla prima e connessa alle dinamiche intergenerazionali. Le giovani generazioni hanno, già oggi, priorità molto differenti rispetto a quelle delle generazioni precedenti. Sarà la mutazione culturale già oggi in atto, attraverso la crescente disponibilità finanziaria, ad alimentare la pressione che spingerà, nel prossimo futuro, il capitalismo, se non verso un vero e proprio “reset”, certamente verso un’evoluzione orientata alla lungimiranza e alla sostenibilità.
Le ultime due spinte al cambiamento hanno a che fare con il ruolo dei consumatori e con quello dei lavoratori, rispettivamente. L’accessibilità a costo zero, che la rete consente, alle informazioni rilevanti, renderà sempre più facile per i consumatori orientare le loro scelte d’acquisto, per premiare quei beni prodotti da aziende responsabili, che rispettano i diritti dei lavoratori, l’ambiente, le comunità nelle quali operano e le leggi degli stati in cui risiedono. La domanda, in questo senso, eserciterà una pressione crescente sulle decisioni dei produttori, sulle loro scelte etiche e sul loro livello di impegno e responsabilità sociale.
C’è poi un ultimo punto, essere responsabili conviene all’impresa, non solo perché in questo modo verrà premiata da consumatori sensibili, ma anche perché riuscirà ad attirare lavoratori più motivati e produttivi.
Uno studio ha dimostrato che offerte di lavoro con la descrizione dell’impresa non-profit hanno ottenuto un tasso di risposta significativamente più elevato delle offerte per la for-profit e che una volta assunti, i lavoratori impegnati per la versione non-profit hanno prodotto un risultato qualitativamente migliore mostrando una maggiore produttività del lavoro.
Davvero qualcosa sta cambiando nel capitalismo globale? È presto per affermarlo con certezza. Certo è che esistono buone ragioni perché questo cambiamento si avvii. Se non per bontà, almeno per convenienza.
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che impongono ai gruppi bancari la gestione accentrata e il controllo di tutti i rischi del gruppo a livello consolidato e
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posizioni dei soggetti affidati; disposizioni legislative e regolamentari che prevedono l’adesione da parte degli
intermediari finanziari ad un sistema pubblico di prevenzione delle frodi, con specifico riferimento al furto
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fornito prescrizioni circa la predisposizione di adeguata informativa all’interessato contenente l’indicazione che i dati
della clientela possono circolare tra le agenzie o filiali di ciascuna banca e/o all’interno del medesimo gruppo bancario;
disposizioni legislative e regolamentari in materia di vigilanza informativa che prevedono, tra l’altro, l’obbligo per le
banche e gli intermediari finanziari vigilati dalla Banca d’Italia di effettuare apposite segnalazioni alla Centrale dei
Rischi, il sistema informativo sull’indebitamento della clientela attraverso il quale la Banca d’Italia persegue l’obiettivo
di contribuire a migliorare la qualità dei crediti degli intermediari partecipanti, nonché ad accrescere la stabilità del
sistema creditizio e finanziario; art. 124-bis del Testo Unico Bancario, sulla valutazione del merito creditizio dei
“consumatori” sulla base di informazioni adeguate, ove necessario, ottenute consultando una banca dati pertinente).
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– sulla vita del debitore e contro il rischio di impiego, a garanzia dell’importo totale dovuto e di durata pari a quella del
finanziamento – di cui Spefin S.p.A. sarà contraente e beneficiaria; apertura e gestione del sinistro assicurativo relativo
alla polizza a garanzia del finanziamento; esecuzione delle attività necessarie e strettamente connesse e strumentali
alla gestione dei rapporti contrattuali (es. valutazione del merito creditizio e connessa elaborazione statistica,
prevenzione delle frodi, anche attraverso strumenti di accertamento dell’identità, prevenzione del
sovraindebitamento, tutela e recupero dei crediti, nonché gestione dei rapporti contrattuali, verifica
dell’adempimento agli obblighi di informativa precontrattuale e contrattuale da parte degli addetti autorizzati al
trattamento e degli intermediari del credito; verifica del grado di soddisfazione della clientela; cessione del credito). Il
conferimento dei dati personali, ivi inclusi quelli sensibili, predetta finalità è funzionale, e dunque indispensabile, alle
attività richieste per la conclusione e l’esecuzione dei rapporti contrattuali e un eventuale rifiuto di fornirli
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di informazioni creditizie (di cui alla informativa separatamente resa in base all’art. 5 del “Codice di deontologia e di
buona condotta per i sistemi informativi gestiti da soggetti privati in tema di crediti al consumo, affidabilità e
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